mercoledì 18 maggio 2011

Uova giganti a Portofino


Il mistero della sfera gelatinosa fotografata nel mare di Portofino un anno fa è stato risolto.

Un biologo marino ha scoperto che quella sfera di un metro di diametro è in realtà un uovo di calamaro, secondo alcuni esperti di una specie `aliena´ che non era mai stata avvista prima d’ora in Italia. A risolvere l’arcano è stato il professor Roberto Sandulli, biologo dell’Università Parthenope di Napoli, dopo un analogo avvistamento nelle acque dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella nella penisola sorrentina. L’oggetto non identificato è una grossa teca ovarica di calamaro contenente migliaia di uova.
Nell’agosto 2010 i biologi dell’Area Marina Protetta di Portofino non erano riusciti a riconoscere il misterioso oggetto fotografato da Simone Ulzega, esperto subacqueo, a circa trenta metri di profondità nei pressi della Secca dell’Isuela. Casi simili, dicono gli esperti, sono stati segnalati solo in Norvegia, Nuova Zelanda e Croazia. Mai in Italia. Il professor Sandulli, invece, non ha avuto dubbi nell’affermare che la foto scattata a Portofino ritrae una teca identica a quella fotografata a Punta Campanella.


Fonte: Secolo IXI e www.mondomarino.net

mercoledì 11 maggio 2011

Pesci di acciaio per sorvegliare il Mediterraneo


Una 'mutazione' degli Auv, i veicoli sottomarini autonomi creati dal Nato Undersea Research Centre (Nurc) basato alla Spezia, grazie a 'nasi' e 'orecchie' elettronici potrà dare l'allarme per sversamenti improvvisi di idrocarburi in mare e accertare invasioni di barche e gommoni in aree marine protette. Gli Auv fanno parte del progetto europeo Argomarine (Automatic oil spill recognition ad geopositioning integrated in a Marine monitoring network), finanziato dall'Ue con 3,3 milioni di euro.

In occasione del Mid-Term Steering Committee del progetto, gli scienziati dei nove partner coinvolti (tra i quali il Nurc e, per l'Italia, il Parco nazionale dell'Arcipelago toscano e il Cnr), hanno condotto una sperimentazione congiunta delle tecnologie sviluppate fino ad oggi: sensori acustici e auv che opereranno in sinergia con satelliti, radar e supercomputer. Il primo test in mare è avvenuto stamani, con la simulazione dell'accesso non autorizzato in un'area di interesse ambientale di un gommone potenzialmente in grado di riversare idrocarburi in mare. Test perfettamente riuscito: le 'orecchie' di e-Folaga hanno avvertito la stazione centrale della presenza del gommone.

''Il Nurc e il Parco dell'Arcipelago Toscano collaborano oramai da molti anni su attività di interesse ambientale - ha detto Edoardo Bovio, Nurc business development manager -. Il Centro è orgoglioso dei successi ottenuti dal consorzio Argomarine e della possibilità di poter trasferire in ambito civile tecnologie nate con scopi militari''.

Fonte: www.ansa .it