giovedì 18 marzo 2010

E' tornata la foca monaca in Adriatico

Finalmente una bella notizia!!
La foca monaca è tornata ad abitare l’Alto Adriatico. In seguito a una serie di sporadici avvistamenti avvenuti nel corso degli ultimi due anni, adesso è stata finalmente accertata la presenza di una coppia di Monachus monachus, che ha preso alloggio in una grotta a mare lungo la costa del Parco naturale di Capo Promontore, in Istria. Sono un maschio, una femmina e, quasi certamente secondo i biologi, un cucciolo.

La femmina era già stata avvistata proprio un anno fa; adesso, dopo i risultati degli ultimi avvistamenti, il governo di Zagabria ha emanato una serie di provvedimenti di tutela, tra cui il divieto d’immersione - sia in apnea che con le bombole - e di pesca nell’area antistante la costa.

La foca monaca è a rischio di estinzione, in natura se ne contano poco più di 500 esemplari e la sua ricomparsa lungo le coste dell’Istria è un avvenimento non solo dal punto vista strettamente ecologico e scientifico, ed è destinata a mettere in moto tutta una serie di inziative indotte.In tempi più felici per gli equilibri naturali l'areale di diffusione della foca monaca comprendeva tutto il Mediterraneo, il Mar Nero, le coste atlantiche di Spagna e Portogallo, il Marocco, la Mauritania, Madera e le Canarie. Ma nel corso del '900 l’areale si è drasticamente ridotto e la foca monaca sopravvive ormai in poche isolate colonie solo in Grecia, Turchia, nell'Arcipelago di Madera, in Marocco e Mauritania e, adesso, tra le isole e la costa croata.

La foca monaca predilige i tratti di mare vicini alle coste e non disdegna brevi incursioni a terra. È un animale diurno, che dorme in superficie in mare aperto e qualche volta si stende sul fondo per poi risalire a respirare. La sua dieta è fatta di pesce e molluschi, soprattutto polpi. Ha solo due grandi nemici: l’uomo e lo squalo bianco. Il primo, a detta degli stessi biologi, decisamente più pericoloso del secondo. Le femmine hanno un ciclo di riproduzione di circa 12 mesi e partoriscono e allattano un cucciolo all’anno in grotte vicine al mare o in spiagge riparate. I giovani entrano in acqua a circa 15 giorni dalla nascita e le prossime settimane saranno cruciali per sapere se la coppia che ha scelto Capo Promontore ha avuto un figlio oppure no.


martedì 9 marzo 2010

Il destino delle barriere coralline


Dati scientifici alla mano, sembra che i mari acidi scioglieranno le strutture carbonatiche delle barriere coralline che cominceranno a disgregarsi entro fine secolo perchè l'aumento dei livelli di anidride carbonica nell'atmosfera renderanno più acidi gli oceani.

Lo afferma una ricerca della Carnegia Institution dell'Università di Stanford che individua un momento di transizione per la salute del corallo, in cui la capacità del corallo di crescere viene sopraffatta dalla velocità con cui si scioglie.
In base ai risultati della ricerca, le barriere coralline dovrebbero sciogliersi quando la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera arriverà a 560 parti per milione (ppm); oggi siamo a 338 ppm e si dovrebbe arrivare a 560 entro fine secolo.
Il gruppo di Stanford ha studiato una barriera di corallo del Mar Rosso, calcolando la sua reazione all'acidificazione delle acque e la ricerca mostra che la capacità del corallo di costruire nuove strutture dipende soprattutto dall'acidità dell'acqua e in misura minore dalla temperatura.

Questa notizia è veramente allarmante visto che le barriere coralline rappresentano un ecosistema fondamentale a livello globale; ma la notizia è ancora più sconvolgente se si pensa che un reef è una ricchezza per il paese che lo possiede e per tutta l'umanità.
La conferenza Diveritas, svoltasi a Città del Capo (Sud Africa) ha cercato di calcolare quanto vale un reef sano: un ettaro di barriera corallina può fornire ogni anno alla comunità servizi il cui valore complessivo è tra i 130.000 e 1.200.000 dollari USA all'anno. Su scala mondiale significa 172.000.000.000 dollari USA l'anno.

Quindi oltre ai motivi ambientali (sempre poco considerati) abbiamo motivazioni economiche molto valide per proteggere i reef!