giovedì 5 novembre 2009

La leccia


Viste le ultime pescate, vediamo di raccontare qualcosa sulla leccia.
Il suo nome scientifico è Lichia amia ed è un pesce possente e nervoso. Il corpo è robusto e appiattito lateralmente ed il muso è appuntito, le mascelle sono lunghe e si estendono sino al margine posteriore dell'occhio. Le scaglie sono piccole e ricoprono tutto il corpo, meno la testa, che è liscia. La linea laterale non è dritta, come nella maggior parte dei pesci, ma ondulata. Questa caratteristica è ben visibile sott'acqua e serve come sicuro particolare di riconoscimento. Le pinne dorsali sono due. La prima ha sette piccole spine separate e la spina ha una membrana lungo il margine posteriore. La prima di queste spine è orientata in avanti. La seconda pinna dorsale è simile invece alla pinna anale ed ha la parte anteriore allungata. La pinna caudale è profondamente forcuta e tradisce inequivocabilmente le abitudini corsaiole di questo destriero del mare, in perenne movimento. Il dorso è bianco bluastro o bianco grigiastro, a seconda dei luoghi in cui l'animale vive; i fianchi e il ventre sono argentati; le pinne sono scure e la linea laterale è nera. Gli individui giovani presentano una serie di strisce trasversali abbastanza distinte. Qualche volta al posto delle strisce possono esserci macchie scure. La lunghezza massima si aggira intorno al metro ed il peso può arrivare a una quindicina di chili e anche oltre. Si riproduce in primavera ed è un feroce predatore, che assale piccoli pesci, sia pelagici, sia costieri.

La Leccia è comune in Mediterraneo e nell'Atlantico orientale. E' un un pesce d'altura che ama le sconfinate distese azzurre e le acque di media profondità, dove insegue i banchi di piccoli pinnuti che costituiscono il suo pranzo preferito. D'inverno vive a contatto delle profondità abissali, ma con la primavera, quando inizia il periodo riproduttivo, si avvicina alle coste in folti gruppi. All'inizio dell'estate, quando termina la riproduzione, la Leccia si ritrova dimagrita e affamata quindi insegue i piccoli pinnuti che trova sul suo cammino fino in acque basse e negli anfratti delle scogliere.

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