mercoledì 25 novembre 2009

Sensazionale scoperta nelle acque dello Stretto di Messina

A volte Facebook serve....tra i nostri contatti abbiamo il privilegio di avere Francesco Ciccio Sesso, un apprezzatissimo fotografo subacqueo....mi permetto di riportare sul nostro blog la notizia che lui ha pubblicato sulla sua bacheca.

Sensazionale scoperta nelle acque dello Stretto. Rinvenuta a Palmi da tre subacquei calabresi una colonia della rarissima variante bianca del Corallium rubrum.

Fino ad oggi erano giunte solo sporadiche e frammentarie notizie circa la sua esistenza nel Mare Nostrum, così come in altri mari, acque dove normalmente prolifera la più conosciuta varietà rossa di questo affascinante organismo marino, appartenente al phylum degli Cnidari, alla classe degli Antozoi, alla famiglia dei Corallidi (Ottocoralli) e all’ordine dei Gorgonacei. Ora, di questo corallo "albino", che potrebbe essere identificato come Corallo Bianco, una specie rarissima la cui presenza pare essere legata alla profondità (non inferiore ai 100 ) e alla bassa temperatura delle acque, v’è finalmente traccia documentata anche in Mediterraneo.
Teatro della sensazionale scoperta le acque calabresi dello Stretto; sparuti esemplari di Corallium Rubrum dalla colorazione candida come neve, sono stati rinvenuti e fotografati nei pressi di Capo Barbi, proprio sotto quel maestoso sperone di roccia che è il Sant’Elia, il promontorio che cade vertiginosamente in mare nel tratto della Costa Viola che intercorre tra Palmi e Bagnara. Protagonisti della scoperta, dopo un lungo periodo di ricerche subacquee e di successivi riscontri scientifici, i subacquei del Centro Immersioni Costa Viola Peppe Dato e Rocco Tedesco, coadiuvati nell’occasione dal noto fotografo subacqueo Francesco Sesso che ha avuto il privilegio di documentare, probabilmente per primo, questo stupendo e raro organismo. Gli scatti effettuati alla profondità di circa 100 metri documentano quella che si può a pieno titolo considerare una scoperta scientifica di assoluto valore, una scoperta che sta ancora una volta a testimoniare la buona salute in cui versano i fondali dei mari calabresi e la fantastica biodiversità delle acque dello Stretto.

giovedì 5 novembre 2009

La leccia


Viste le ultime pescate, vediamo di raccontare qualcosa sulla leccia.
Il suo nome scientifico è Lichia amia ed è un pesce possente e nervoso. Il corpo è robusto e appiattito lateralmente ed il muso è appuntito, le mascelle sono lunghe e si estendono sino al margine posteriore dell'occhio. Le scaglie sono piccole e ricoprono tutto il corpo, meno la testa, che è liscia. La linea laterale non è dritta, come nella maggior parte dei pesci, ma ondulata. Questa caratteristica è ben visibile sott'acqua e serve come sicuro particolare di riconoscimento. Le pinne dorsali sono due. La prima ha sette piccole spine separate e la spina ha una membrana lungo il margine posteriore. La prima di queste spine è orientata in avanti. La seconda pinna dorsale è simile invece alla pinna anale ed ha la parte anteriore allungata. La pinna caudale è profondamente forcuta e tradisce inequivocabilmente le abitudini corsaiole di questo destriero del mare, in perenne movimento. Il dorso è bianco bluastro o bianco grigiastro, a seconda dei luoghi in cui l'animale vive; i fianchi e il ventre sono argentati; le pinne sono scure e la linea laterale è nera. Gli individui giovani presentano una serie di strisce trasversali abbastanza distinte. Qualche volta al posto delle strisce possono esserci macchie scure. La lunghezza massima si aggira intorno al metro ed il peso può arrivare a una quindicina di chili e anche oltre. Si riproduce in primavera ed è un feroce predatore, che assale piccoli pesci, sia pelagici, sia costieri.

La Leccia è comune in Mediterraneo e nell'Atlantico orientale. E' un un pesce d'altura che ama le sconfinate distese azzurre e le acque di media profondità, dove insegue i banchi di piccoli pinnuti che costituiscono il suo pranzo preferito. D'inverno vive a contatto delle profondità abissali, ma con la primavera, quando inizia il periodo riproduttivo, si avvicina alle coste in folti gruppi. All'inizio dell'estate, quando termina la riproduzione, la Leccia si ritrova dimagrita e affamata quindi insegue i piccoli pinnuti che trova sul suo cammino fino in acque basse e negli anfratti delle scogliere.